martedì 4 agosto 2020

Recensione: Patrick Branwell Brontё di Alice Law

Salve Brontёani, di seguito vi riporto il mio parere sul saggio dedicato a Patrick Branwell Brontё di Alice Law.
               

“È facile per quelli salvi in terra, condannare chi guida sconvolto un vascello assalito dai venti e dalle onde della sfortuna materiale, indebolito da ansia e febbre, dal suo equipaggio ammutinato, quando perde il timone e la sua nave è trasportata senza più nulla da fare sulle rocce.”

Apologia di un genio caduto. Non saprei definire diversamente questo saggio biografico di Alice Law (1870 – 1942) su Patrick Branwell Brontё (1817 – 1848), edito per la prima volta in italiano da flower-ed (2017) e tradotto da Alessandranna D’Auria


Nei primi anni del 1900, gli studiosi e gli appassionati della famiglia Brontё si divisero in due schieramenti, da una parte i sostenitori delle ormai celebri sorelle, Charlotte, Emily e Anne, che con i loro romanzi avevano conquistato i cuori di migliaia di lettori, e dall’altra chi parteggiava per lo sventurato e dimenticato fratello, Branwell. Alice Law si erge a paladina di questa seconda fazione. L’autrice ammette sin da subito di aver provato, nei suoi vari pellegrinaggi a Haworth, una profonda compassione per la vita infelice di Branwell, un sentimento che superava di molto la stima per la fama delle sorelle. Sospinta da questo suo sentire e volendo ridare al giovane quel che, secondo lei, era il giusto merito, accusa di rimando i maggiori detrattori di Branwell, per lo più biografi di Charlotte ed Emily. Ne ripercorre la vita accusando in primis il padre che non investì sufficiente denaro per il futuro e il posto nel mondo del suo unico figlio maschio, come allo stesso modo la zia che lo crebbe. E accusa Charlotte, sorella delusa e amareggiata dai ripetuti fallimenti di Branwell, di non avergli mai porto una mano quando il suo declino era ormai inevitabile e di essere stata dura, indifferente e addirittura beffarda nei suoi confronti. Gli ultimi due capitoli, quelli di maggior interesse, riguardano la questione Cime Tempestose,  ovvero se sia stata davvero Emily Brontё a scriverlo o piuttosto Branwell. L’autrice analizza ogni dettaglio che può ricondurre il romanzo a Branwell e le testimonianze degli amici di quest’ultimo a riguardo, e riesce a instillare il dubbio nel lettore, poiché vi sono coincidenze affascinanti considerando alcuni dettagli. 

Un saggio molto di parte, in cui Law pone ripetutamente l’accento sulle (poche) luci di Branwell, ne cattura la fragilità, la solitudine, l’incomprensione, lo compatisce e lo giustifica, sempre. 
Personalmente ritengo che, non essendoci in italiano una biografia obiettiva e imparziale su Branwell Brontё, questo lavoro non è l’ideale per approcciarsi alla sua figura perché il rischio è di farsi un’idea molto diversa di quella che quasi certamente fu la realtà. 

“Era, più che altro, un ragazzo che trasmetteva i suoi sentimenti, un ragazzo che, mentre ballava con la gioia della sua giovinezza, vibrava anche con tutte le emozioni della tristezza quando stava nella piccola cerchia domestica alla quale apparteneva.”




1 commento:

  1. Eppure sono curiosa di leggerlo, nonostante non sia d accordo con il suo pensiero per provare a vedere la figura di questo ragazzo sotto altri aspetti

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