lunedì 16 gennaio 2023

Lettere di Charlotte Brontë Vol.3 (1851-1855) - L'epistolario completo

Carissime/i Brontëane/i,
finalmente è uscito in cartaceo anche l'ultimo volume delle Lettere di Charlotte Brontë Vol.3 (1851-1855) e finalmente posso mostrarvelo in tutta la sua violacea bellezza. Con quest'ultimo tomo si chiude un percorso iniziato all'incirca quattro anni fa, intrapreso assieme alla traduttrice, Alessandranna D'Auria. In questi ultimi quattro anni ho avuto l'onore di essere la prima lettrice dell'epistolario completo di Charlotte Brontë e di poter revisionare ogni lettera nella sua versione italiana, la primissima, oltre che curarne la biografia e un paio di prefazioni. 

"Gli scrittori non possono scegliere il proprio umore: con loro non è sempre alta marea, né, grazie al Cielo, sempre tempesta."
a George Smith, 20 Novembre 1852



"Sussulto al dolore della condanna, come ogni altro corpo di carne e sangue. Ma io amo, onoro, mi inginocchio alla verità."
a Harriet Martineau, 21 Gennaio 1853

La pubblicazione di quest'opera non sempre è stato un percorso facile, spesso minato da altri fattori, ma alla fine, io e la mia socia siamo arrivate al capolinea: regalare alle affezionate lettrici dell'autrice di Jane Eyre, - a fronte di tante raccoltine di lettere edite da Editori più o meno noti - tutte le missive che ella scrisse in vita e che sono sopravvissute ai secoli, anche in italiano. Nessuno ci ha pensato prima, nessuno le ha volute pubblicare prima. Noi, con i nostri piccoli mezzi, lo abbiamo fatto e a modo nostro ne siamo orgogliose. 

"Preoccupazione e Paura sono così vicine alla Speranza che a volte a stento riesco a vederla tra le ombre alte che proiettano."
a George Smith, 25 Aprile 1854



"Vedrete che Villette non tocca affari di pubblico interesse. Non posso scrivere libri che trattano argomenti del giorno, è inutile provarci. Né posso scrivere un libro per la sua morale, né posso intraprendere un progetto filantropico, anche se onoro la filantropia."
a George Smith, 30 Ottobre 1852

Qui ritroviamo le lettere che Charlotte Brontë scrisse nell'ultimo lustro della sua vita. Un quinquennio in cui ella si ritrovò sola, senza più le sue amate sorelle e in cui scrisse, sempre avvalendosi dello pseudonimo di Currer Bell, il suo ultimo romanzo, Villette, da molti considerato il suo vero capolavoro. Sono gli ultimi suoi anni di vita, in cui si sposò, contro ogni aspettativa passata e in cui si ammalò fino a morire.

"Per quanto riguarda la mia esperienza di matrimonio, penso che tenda ad attirarti fuori e lontano da te stesso."
a Ellen Nussey, 9 Agosto 1854

Epistole sempre oneste, lettere di una donna e di una scrittrice che quando apriva il suo cuore su carta, nella finzione letteraria come per scrivere alla migliore amica o al suo Editore, non lasciava trasparire altro che il suo vero sentire.

"La mia palette non permette tinte più brillanti. Se approfondissi i rossi, o brunissi i gialli, farei un pasticcio."
a William Smith Williams, 6 Novembre 1852



815 volte - tante quante sono le lettere che compongono tale epistolario - rivolgo oggi il mio grazie ad Alessandranna D'Auria per averle tradotte una per una, nonostante tutto. E' questa un'opera che, assieme ai contenuti e alle emozioni, mi ha regalato un'amicizia speciale. 💜

"Le mie fatiche, come le chiami, sono in sospeso, e non posso affrettarle. Devo prendermi il mio tempo, per quanto lungo possa essere questo tempo."
a Ellen Nussey, 1 Luglio 1852


Quest'ultimo volume, come i precedenti, è disponibile nelle sue versioni e-book e cartacea solo su Amazon, pubblicati da Darcy Edizioni. 

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martedì 22 novembre 2022

Segnalazione: Lettere di Charlotte Brontë Vol.3 (1851-1855)

Carissimi Brontëani, sono lieta di annunciarvi l'uscita del terzo e ultimo volume dell'epistolario completo di Charlotte Brontë, Lettere di Charlotte Brontë Vol.3 (1851-1855), tradotto per la prima volta in italiano da Alessandranna D'Auria ed edito Darcy Edizioni

Disponibile in ebook (il cartaceo è in arrivo) su Amazon. Offerta lancio a soli 0,99e!!!


"Sono una viaggiatrice del mezzodì, desiderosa già di riposo, e con una fioca quiete pomeridiana in prospettiva. (...) Pensate principalmente a cosa deve essere fatto e vinto nella vita. Io, a cosa si deve soffrire." 
(A Sydney Dobell, marzo/aprile 1851)


Scrisse della malattia, del pianto, della solitudine. E scrisse della volontà, della caparbietà, di segreti, di verità, di dubbi e forza interiore, di sicurezze e debolezza d’animo. Per quanto nei suoi romanzi Charlotte Brontë abbia riversato ogni cosa di sé, anche negandolo, è nelle lettere inviate alle persone che la circondavano, a dirci proprio tutto, tutte le sue verità, tutte le sue bugie.

Terzo e ultimo volume (1851-1855).


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venerdì 23 settembre 2022

Recensione: È questo il tempo di sognare - Vita e opere di Emily Brontë di Sara Staffolani

Buongiorno Brontëani, 
oggi è ufficialmente il primo giorno d'autunno ed io vi parlo della mia ultimissima lettura estiva: È questo il tempo di sognare - Vita e opere di Emily Brontë di Sara Staffolani, una biografia sulla vita dell'autrice di Cime Tempestose, pubblicata da Flower-ed nel 2018, anno del bicentenario di nascita della scrittrice e poetessa inglese. 

“Lei aspirava a una vita elevata, con rigorosi principi morali, con il dovere di rimanere sempre fedeli a se stessi in accordo con la propria natura. Il suo mondo interiore aveva definitivamente sconfitto il desolato mondo esterno.”


Intitolata con un bellissimo verso tratto da una delle sue numerose poesie, tale biografia su Emily Brontë si compone di dodici capitoli che ne ripercorrono l’intera, e purtroppo breve, esistenza. Partendo dalle origini irlandesi del padre, il reverendo Patrick Brontë, e inglesi della madre, Maria Branwell, per mezzo di un’ampia documentazione, Sara Staffolani snocciola tutti gli eventi noti e talvolta meno noti che Emily visse nei suoi trent’anni. Dall’infanzia fino all’età adulta attraverso il rapporto con le sorelle, Charlotte e Anne, con il fratello Branwell e con il padre Patrick, ma soprattutto attraverso la sua religiosa appartenenza alla natura.  

Molti sono gli estratti riportati dalle fonti consultate che contribuiscono a darci una maggiore profondità del personaggio. Tra essi vi è, a mio avviso, una prosa abbastanza riassuntiva, che lega sì i vari pezzi ma che si sofferma poco su aspetti ai quali, credo, bisognava dare maggior spazio. Non molto, ad esempio, è riportato circa ciò che davvero ispirò Emily per la stesura di Cime Tempestose. Aneddoti, non propriamente tali, sono solo accennati, come, ad esempio, la storia di Walsh, zio irlandese di Patrick Brontë dal vissuto molto simile a quello che Emily scriverà per Heathcliff e che ho avuto modo di conoscere in maniera più approfondita in una biografia precedente; oppure la storia degli Heaton di Ponden Hall, a dare un senso di completezza. Ciò è nominato, accennato per l’appunto, ma non viene sviscerato. Al contrario, in altri punti, la narrazione si fa più generosa, specie nel raccontare l’amore che Emily nutriva per la romantica e selvaggia brughiera, e soprattutto verso le creature che la popolavano. L’impressione che ne ho ricavato è di una ricerca, da parte della biografa italiana, con la lente di ingrandimento puntata su ogni dettaglio scritto e riportato da chi l’ha preceduta, nei quasi due secoli dalla morte di Emily, che potesse riguardare il suo grosso cane, Keeper, ma anche ogni altro quadrupede e bipede che all’epoca viveva a Haworth. Certo per sottolineare quanto profondamente e giustamente Emily li amasse. Li amava a tal punto che si può arrivare a credere, leggendo, che preferisse Keeper a sua sorella Charlotte… Ho scoperto, ad esempio, il nome di due oche che razzolavano e starnazzavano tra le tombe della canonica. Una scoperta che, confesso, ha colmato un vuoto. 

Ironia a parte, e con tutto il rispetto per il mondo animale, tale aspetto per me si è rivelato un tantino tedioso. È evidente come la stessa Staffolani sia un’amante del regno animale, cosa ammirevole ma che, tra le righe, talvolta la fa propendere verso incauti parallelismi tra sé ed Emily Brontë. 
Beninteso che so bene cosa si provi a ritrovarsi in uno scrittore del passato, vivere quella magia letteraria che ci fa sentire meno soli e che sembra azzerare il tempo e i secoli, non ho potuto non cogliere sin dalla prefazione la sensibilità dell’autrice e più avanti tutta la sua passione per Emily. Questo è evidente e di fatto il ritratto che ne esce è indubbiamente giusto. L’Emily introversa, restia, caparbia, la figlia diversa, solitaria, dura, la poetessa, stoica fin nella morte, c’è tutta. 

In conclusione ritengo che Questo è il tempo di sognare sia una biografia apprezzabile nel suo insieme di informazioni, ma mi è sembrata abbastanza impersonale nello stile e allo stesso tempo troppo personale in relazione a diverse espressioni contenute che forse sono più da diario o da saggio. In sintesi credo sia un lavoro adatto per quei lettori che intendono approcciarsi alla scrittrice inglese e al suo mondo per la prima volta.