venerdì 23 settembre 2022

Recensione: È questo il tempo di sognare - Vita e opere di Emily Brontë di Sara Staffolani

Buongiorno Brontëani, 
oggi è ufficialmente il primo giorno d'autunno ed io vi parlo della mia ultimissima lettura estiva: È questo il tempo di sognare - Vita e opere di Emily Brontë di Sara Staffolani, una biografia sulla vita dell'autrice di Cime Tempestose, pubblicata da Flower-ed nel 2018, anno del bicentenario di nascita della scrittrice e poetessa inglese. 

“Lei aspirava a una vita elevata, con rigorosi principi morali, con il dovere di rimanere sempre fedeli a se stessi in accordo con la propria natura. Il suo mondo interiore aveva definitivamente sconfitto il desolato mondo esterno.”


Intitolata con un bellissimo verso tratto da una delle sue numerose poesie, tale biografia su Emily Brontë si compone di dodici capitoli che ne ripercorrono l’intera, e purtroppo breve, esistenza. Partendo dalle origini irlandesi del padre, il reverendo Patrick Brontë, e inglesi della madre, Maria Branwell, per mezzo di un’ampia documentazione, Sara Staffolani snocciola tutti gli eventi noti e talvolta meno noti che Emily visse nei suoi trent’anni. Dall’infanzia fino all’età adulta attraverso il rapporto con le sorelle, Charlotte e Anne, con il fratello Branwell e con il padre Patrick, ma soprattutto attraverso la sua religiosa appartenenza alla natura.  

Molti sono gli estratti riportati dalle fonti consultate che contribuiscono a darci una maggiore profondità del personaggio. Tra essi vi è, a mio avviso, una prosa abbastanza riassuntiva, che lega sì i vari pezzi ma che si sofferma poco su aspetti ai quali, credo, bisognava dare maggior spazio. Non molto, ad esempio, è riportato circa ciò che davvero ispirò Emily per la stesura di Cime Tempestose. Aneddoti, non propriamente tali, sono solo accennati, come, ad esempio, la storia di Walsh, zio irlandese di Patrick Brontë dal vissuto molto simile a quello che Emily scriverà per Heathcliff e che ho avuto modo di conoscere in maniera più approfondita in una biografia precedente; oppure la storia degli Heaton di Ponden Hall, a dare un senso di completezza. Ciò è nominato, accennato per l’appunto, ma non viene sviscerato. Al contrario, in altri punti, la narrazione si fa più generosa, specie nel raccontare l’amore che Emily nutriva per la romantica e selvaggia brughiera, e soprattutto verso le creature che la popolavano. L’impressione che ne ho ricavato è di una ricerca, da parte della biografa italiana, con la lente di ingrandimento puntata su ogni dettaglio scritto e riportato da chi l’ha preceduta, nei quasi due secoli dalla morte di Emily, che potesse riguardare il suo grosso cane, Keeper, ma anche ogni altro quadrupede e bipede che all’epoca viveva a Haworth. Certo per sottolineare quanto profondamente e giustamente Emily li amasse. Li amava a tal punto che si può arrivare a credere, leggendo, che preferisse Keeper a sua sorella Charlotte… Ho scoperto, ad esempio, il nome di due oche che razzolavano e starnazzavano tra le tombe della canonica. Una scoperta che, confesso, ha colmato un vuoto. 

Ironia a parte, e con tutto il rispetto per il mondo animale, tale aspetto per me si è rivelato un tantino tedioso. È evidente come la stessa Staffolani sia un’amante del regno animale, cosa ammirevole ma che, tra le righe, talvolta la fa propendere verso incauti parallelismi tra sé ed Emily Brontë. 
Beninteso che so bene cosa si provi a ritrovarsi in uno scrittore del passato, vivere quella magia letteraria che ci fa sentire meno soli e che sembra azzerare il tempo e i secoli, non ho potuto non cogliere sin dalla prefazione la sensibilità dell’autrice e più avanti tutta la sua passione per Emily. Questo è evidente e di fatto il ritratto che ne esce è indubbiamente giusto. L’Emily introversa, restia, caparbia, la figlia diversa, solitaria, dura, la poetessa, stoica fin nella morte, c’è tutta. 

In conclusione ritengo che Questo è il tempo di sognare sia una biografia apprezzabile nel suo insieme di informazioni, ma mi è sembrata abbastanza impersonale nello stile e allo stesso tempo troppo personale in relazione a diverse espressioni contenute che forse sono più da diario o da saggio. In sintesi credo sia un lavoro adatto per quei lettori che intendono approcciarsi alla scrittrice inglese e al suo mondo per la prima volta. 





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