sabato 12 marzo 2016

Storie di geni e di fate di Charlotte Brontë

Come annunciato, finalmente la prima delle tre novità brontëane inedite di questo anno bicentenario: 


"Storie di geni e di fate" di Charlotte Brontë

a cura e traduzione di Maddalena De Leo

Editore: L’ArgoLibro
Collana: La Penna dello Scrittore
Anno di pubblicazione: 2016 
Numero pagine: 138
Copertina: cartoncino brossurato, sovraccoperta a colori
Formato: 16x24
Prezzo di copertina euro 14,00 – Incluse spese di spedizione in Italia
Per ordini dall’estero contattare la casa editrice all’indirizzo largolibro@gmail.com
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Una grandissima iniziativa editoriale, quella di L’ArgoLibro, che presenta – per la prima volta tradotti in Italia – i racconti “Un’avventura”, “La ricerca della felicità” e “Le avventure di Ernest Alembert” di una Charlotte Brontë adolescente.
La traduttrice, la Professoressa Maddalena De Leo, ha curato ogni particolare della pubblicazione, che si presenta testo a fronte e quindi particolarmente adatta anche per tutti coloro che desiderano raffrontare il testo originale e la traduzione.

È un anno particolare, il 2016, per la famiglia Brontë, per varie ricorrenze, tra le quali spicca proprio il bicentenario della nascita di Charlotte, nata il 21 aprile 1816 a Thornton.
Maddalena De Leo è studiosa particolarmente indicata, per la cura di questa pubblicazione. Socia della Brontë Society sin dal 1975, è la rappresentante della Sezione Italiana della Brontë Society oltre che consulente editoriale per l’Italia della rivista letteraria Brontë Studies.
Sfogliando questo libro, ci immergiamo nell’appassionante mondo “costruito” dalla fantasia di Charlotte, Emily, Anne e il fratello Branwell, con protagonisti gli Young Men, cioè i dodici soldatini regalati qualche anno prima dal padre. È sicuramente stupefacente, come sottolinea la stessa curatrice, che la mente di una quattordicenne abbia potuto immaginare avventure così complesse e ricche di particolari.

“Tanti anni fa viveva in un villaggio un giovane di nome Ernest Alembert. Veniva da una razza nobile e antica ma uno dei suoi antenati era stato decapitato perché sospettato di alto tradimento, per cui la famiglia da quel momento era decaduta a poco a poco sino a che, a lungo andare, l’unico suo discendente era rimasto il giovanotto di cui sto per scrivere.”

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