Buon giorno cari/e brontëani/e,
giusto un paio di giorni fa ho ultimato la mia ultima lettura firmata da Charlotte Brontë, Il Nano Verde, Juvenilia tradotto da Elisabetta Parri ed edito da Robin Edizioni. Si tratta di un racconto che ho apprezzato molto e forse anche un po' a sorpresa perché i racconti giovanili che fanno parte dello stesso ciclo e che ho letto in passato non sono stati tutti così avvincenti come in questo caso.
"Sirena" disse il suo innamorato non ancora placato, "chi immaginerebbe che una voce così dolce possa essere usata per pronunciare falsità e che un volto così amabile possa essere soltanto una maschera per celare la vuota ipocrisia di un cuore superficiale."
Scritto da Charlotte Brontё all’età di diciassette anni (1833), Il nano verde è un racconto di otto capitoli facente parte del cosiddetto ciclo di Angria, la saga di racconti e poesie che la futura autrice di Jane Eyre scrisse dal 1828 al 1839 spesso a quattro mani con il fratello Branwell. Angria è un regno che nella fantasia dei due autori si trovava nell’Africa settentrionale.
Il racconto è anticipato da un saggio introduttivo intitolato Charlotte e Branwell Brontë a Verdopolis (la capitale del regno di Angria) che spiega al lettore la genesi di questa saga e dei vari personaggi che ne fanno parte. Su tutti emerge la figura del Duca di Wellington, eroe di Charlotte, il quale ha due figli, Arthur marchese di Douro e Lord Charles Wellesley. Quest’ultimo è l’ Io narrante di molti dei racconti scritti da Charlotte. Ne Il nano verde lo ritroviamo, sebbene soltanto all’inizio, in una situazione di sofferenza fisica. Quando Lord Wellesley, però, riacquista forze sufficienti per uscire da casa, si reca in visita dal suo amico, il capitano Bud, che dopo un banchetto ristoratore si fa a sua volta narratore di una storia intricata che riguarda l’amore contrastato tra il conte Ronald St Clair - che all’inizio si cela sotto le vesti di un pittore squattrinato - e la nobile Lady Emily Charlesworth, ma anche il probo Duca di Wellington e una figura misteriosa, il Nano verde. Antagonista per eccellenza è ancora una volta il perfido Sir Alexander Percy, un uomo subdolo e senza scrupoli deciso a sposare la bella Lady Emily a tutti i costi. (Sir Percy era l’eroe preferito di Branwell). Per riuscire a far sua la giovane dama che fiera rifiuta a più riprese la sua mano e sbarazzarsi per sempre del suo rivale in amore, Sir Percy ricorre a un personaggio che chiama il Nano verde. Al lettore spetta scoprire il perché di questo soprannome e dunque la vera identità di questa figura misteriosa le cui azioni faranno precipitare gli eventi.
Charlotte Brontё intesse una tela nella quale non tutto è come appare e come nella migliore tradizione del Romantic Tale, inserisce una fuga d’amore che muta però in qualcosa di diverso e una guerra, quella tra i nativi Ashanti e gli inglesi occupanti, dove i colpi di scena non mancano perché i due rivali, Sir Percy e il conte St Clair, combattono entrambi nell’esercito del Duca di Wellington. Amore, guerra, gelosia, tradimento, fedeltà e giustizia sono gli elementi che fanno de Il nano verde uno dei racconti più riusciti di Angria.
La narrazione è scorrevole, le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi sono buone. L’atmosfera ricorda quella dei racconti cavallereschi di Walter Scott, cui Charlotte indubbiamente s’ispirava.
Inoltre trovo sempre delizioso il suo spiegare brevemente al lettore, alla fine di una scena, certe scelte che fa o che intende fare nelle pagine a venire; stile che Charlotte Brontё manterrà sempre con la formula del “Caro lettore” dei romanzi della maturità, per stabilire un contatto immediato con chi legge le sue storie.
Il nano verde è un racconto appassionante che in alcune parti, ad esempio quando narra di una fatiscente torre in rovina, mi ha ricordato gli scenari delle migliori fiabe e mi ha tenuto incollata alle pagine. A oggi, tra gli Juvenilia tradotti in italiano, Il nano verde è forse quello che ho amato di più proprio per la dinamicità degli eventi insieme romantici e avventurosi.
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