mercoledì 8 marzo 2017

Recensione: Emma di Charlotte Brontë

 Emma di Charlotte Brontë
(Five Yards Vol. 2 - flower-ed - 2016, 80pp)


Nell’autunno del 1853 Charlotte Brontё iniziò a scrivere una nuova storia, Emma. La base di partenza per questo nuovo romanzo è misteriosa e ripropone temi cari all’autrice come l’ambientazione in una scuola collegiale e la figura di una ragazza sfortunata. Elementi che portarono il marito, Arthur Bell Nicholls, a dichiarare che l’avrebbero accusata di ripetersi. Da quel momento l’inizio di questa storia fu abbandonato in un cassetto. 
La voce narrante della vicenda ci conduce nella scuola delle signorine Wilcox, tre sorelle che ricordano Charlotte, Emily e Anne e il loro progetto sfumato di aprire una scuola. Ai cancelli dell’istituto, il Fuchsia Lodge, un giorno arriva un’elegante e sontuosa carrozza e il signor Fitzgibbon, uomo benestante, affida sua figlia Matilda, agghindata come una bambola, alle loro cure. L’austera signorina Mabel Wilcox, che ospita un numero esiguo di studentesse, è ben disposta ad accogliere una ricca ereditiera. La piccola e fragile Matilda inizia così a ricevere un trattamento di favore che però la isola dalle altre compagne. La bambina è timida, malinconica ed erroneamente ritenuta viziata e orgogliosa. In lei convergono una vita interiore e un’immagine esteriore riflesse rispettivamente in un volto pallido e in abiti costosi. Appare ricca, raffinata, snob ma in realtà è un’anima gravata da un segreto che la rende addirittura sonnambula. 
Le cose cambiano quando la signorina Wilcox scrive ai genitori delle sue allieve per accordarsi sul rientro a casa delle ragazze per le vacanze natalizie e l’indirizzo del signor Fitzgibbon si rivela falso. A indagare sull’uomo interviene un personaggio che Charlotte Brontё aveva abbozzato in un altro scritto abbandonato, La storia di Willie Ellin. Il signor Ellin in queste pagine è un uomo adulto ed enigmatico. La signorina Wilcox comprende di essere stata ingannata e che Matilda è un’impostora ma sul più bello, quando la storia inizia a farsi interessante ed Ellin prende a cuore le sorti e il mistero della doppia identità della piccola Matilda – Emma, Charlotte Brontё depone la penna per sempre lasciandoci due ultimi capitoli e un grandissimo rimpianto. Probabilmente al signor Ellin spettava un ruolo chiave nel proseguimento della vicenda tanto che si potrebbe supporre che l’idea dell’autrice fosse di congiungere le storie di Willie Ellin e di Emma in un unico romanzo. Un vero peccato perché gli elementi c’erano tutti e se solo la Brontё fosse vissuta qualche anno in più e avesse riaperto quel cassetto, avrebbe stupito ancora una volta i suoi lettori. 

Nell’appassionata prefazione di Thackeray alle pagine di Emma apparsa sul Cornhill Magazine nel 1860, il romanziere inglese si domanda se esiste un luogo dove, oltre la vita terrena, trovano compimento le fantasie letterarie concepite e mai nate. In esso, siccome mi piace sognare, mi auguro ci attenda l’intero destino di Emma, l’ultima eroina brontёana. 





"Un preferito non ha amici."




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